Nella scelta di un abito, oltre al taglio ed alla vestibilità, è fondamentale il tessuto. Deve essere setoso e leggero al tatto, per essere “comodamente” elegante.
Il critico d’arte Philippe Daverio ha decantato l’importanza del tatto come senso imprescindibile nel dialogo estetico con l’opera d’arte.
“Noi italiani abbiamo una capacità di riconoscere la qualità di un prodotto semplicemente toccandolo”.
La sensorialità è quindi un modo per dialogare con l’opera d’arte e, perché no, con il tessuto. E’ uno strumento aggiuntivo e imprescindibile per valutare pregi e difetti di ciò che si sta per acquistare.
Per scegliere un tessuto non basta gradire la fantasia, non è sufficiente apprezzare il colore, ma è fondamentale toccarlo con mano per capirlo davvero, i polpastrelli restano l’ultima vera cartina di tornasole a difesa dell’eccellenza.
Composizione delle fibre, peso e destinazione d’uso sono le variabili che devono guidare nella scelta del tessuto. Il tessuto principe dell’abito è sicuramente il fresco di lana, che nella sua versione più evoluta e leggera, 230-250 grammi, è imbattibile anche con il solleone.